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L'apparato genitale interno della donna (disegno dell'anatomia degli organi genitali interni femminili) può essere analizzato tramite due tipi di ecografia:
1) l'ecografia "pelvica trans-addominale" effettuata appoggiando una sonda ecografica sulla superficie addominale e, generalmente, con la donna vescica piena;
2) l'ecografia "pelvica trans-vaginale" introducendo delicatamente nella vagina una specifica sonda ecografica, generalmente vescica vuota.
È una tecnica indolore ed innocua per l'esaminazione della pelvi femminile; l'esame ha una durata di circa 15 minuti (anamnesi e referto esclusi). Nell’ecografia "addominale" una sonda delle dimensioni paragonabili a quelle di un moderno piccolo telefonino viene appoggiata sulla cute dell'addome, previa applicazione di un gel specifico per ecografia.
L'esame permette di valutare in modo sufficientemente preciso l'anatomia degli organi pelvici, un eccellente visione anatomica complessiva; per quanto riguarda, invece, la valutazione fine dell'anatomia dell'utero e delle ovaie, nonché lo stato funzionale di questi organi che, nella donne in età fertile, presentano delle caratteristiche che variano a seconda della fase del ciclo ormonale, l'ecografia pelvica transaddominale incontra il suo limite: si ottengono comunque buoni risultati in donne magre e per indagini di complessità non particolare, mentre in presenza di uno spessore anche di poco aumentato della parete addominale, o per rispondere ai requisiti anatomici, funzionale oppure oncologici di particolare complessità, è sempre indispensabile effettuare anche l'ecografia pelvica transvaginale.ogni ginecologo esperto ed all'avanguardia dispone nel proprio studio dell'ecografia transvaginale!
Qual è il momento migliore per effettuare tale indagine? E' bene sapere che le caratteristiche degli organi genitali femminili si modificano continuamente a seconda della fase del ciclo mestruale (che è il periodo che intercorre tra l'inizio di un flusso e l'altro), cosìcchè sarà il medico Specialista che stabilirà quando è utile e proficuo effettuare l'esame, in base al quesito clinico in cui egli si propone di dare risposta.
Se la donna non ha mai avuto in precedenza rapporti sessuali (per cui la vagina risulta “non percorribile” con la sonda "interna"), l'ecografia si effettua per via addominale (ponendo lo strumento sull'addome); per ottenere una buona visualizzazione degli organi pelvici tramite la via transaddominale la vescica deve essere ben piena, cioè ci deve essere un buon grado di "preparazione vescicale" (bisogna bere circa un litro di liquidi (mezzo litro d'acqua e poco più di una o due lattine di the non deteinato circa un' ora prima dell'esame, anche se, il corretto grado di riempimento vescicale saraà chiaramente avvertito dalla donna che ad un certo punto dirà al medico che "non ce la fa più a trattenere......").
Se invece la donna ha già avuto in precedenza rapporti sessuali e la sua vagina risulta agevolmente dilatabile tramite un apposito strumento, allora risulterà praticabile, sicura (anche in corso di gravidanza) e, generalmente, neppure fastidiosa anche indagine ecografica pelvica transvaginale; essa si attua tramite l'introduzione nel canale vaginale della sonda specifica per l'ecografia interna o transvaginale. L’ecografia "transvaginale" si effettua mediante l'utilizzo di una piccola sonda ecografica delle dimensioni di un piccolo acino d'uva montato su un sottile manico (diametro di circa 18 mm, come il dito di una mano) di circa 30 cm di lunghezza, che viene introdotta profondamente in vagina (la qual cosa non crea mai dolore od altro tipo di disturbo, sono saltuario e moderato fastidio), fino al contatto con il collo dell'utero e con la vescica; ed è grazie alla così breve distanza dalla sonda e gli organi genitali di ecografia è in grado di "vedere da vicino, benissimo, con grande finezza di dettaglio, in modo incomparabile rispetto alla via transaddominale" il collo dell'utero, le ovaie, la vescica, il cavo del Douglas e la restante anatomia che usualmente si trova nella piccola pelvi, permettendo così, non solo un'ora di anatomico ma di un importante e spesso decisiva analisi della funzionalità dell'apparato riproduttivo.
Tale via di accesso per l'effettuazione dell'ecografia permette di ottenere il massimo grado di dettaglio anatomico e funzionale, e perciò la massima sensibilità e specificità diagnostica possibile per tutti gli organi pelvici: utero, fibromi, endometrio, “inspessimento endometriale", polipi, ovaie, follicoli, cisti benigne, cisti endometriosiche e tumori maligni: tutte queste strutture patologie possono, la maggior parte delle volte, venire correttamente individuati e valutati.
Grazie alla combinazione di due importanti fattori come la vicinanza della sonda agli organi genitali interni e l'utilizzo di ultrasuoni ad alta frequenza (superiore alle frequenze utilizzate nel ecografia transaddominale), è possibile ottenere informazioni più dettagliate rispetto alla sola ecografia pelvica addominale. La sonda vaginale ( ad alta frequenza) consente di visualizzare strutture delle dimensioni dell’ordine del millimetro che non sarebbero altrimenti visibili per via transaddominale. In questo modo l'accuratezza diagnostica è assai più elevata, sia per la diagnosi di patologie dell’utero che delle ovaie (es.: cisti, fibromi, tumori).
Questo esame può essere eseguito in ogni momento del ciclo mestruale o in menopausa, ed anche durante la gravidanza, anche se sarà sempre il medico ginecologo che richiede l'esame a specificare le informazioni che vuole ottenere da questa indagine e quindi sarà egli stesso a decidere in quale epoca del ciclo far effettuare l'esame oppure effettuarlo egli stesso. Nella donna in stato di menopausa o nella donna in età fertile che assume una qualche forma di contraccettivo ormonale l'epoca nella quale verrà effettuata l'indagine sarà decisamente più indifferente in virtù della maggior costanza dello stato ormonale; e le informazioni ottenute tramite l'ecografia pelvica transvaginale permetteranno di indicare la sicurezza e l'efficacia delle terapie ed addirittura di modulare i dosaggi.
Un secondo vantaggio è rappresentato dal fatto che, per effettuare questo esame, non è necessario che l’assistita mantenga la vescica piena.
Tramite l'esame ecografico è anche possibile individuare anche la presenza di malformazioni uterine come pure di masse pelviche atipiche (cioè masse che usualmente non si riscontrano nella pelvi) che, talora possono corrispondere tumori, benigni oppure maligni.
Perchè richiedere questo esame? Quali sono le indicazioni che inducono il nostro medico od il nostro ginecologo a richiedere o ad effettuare l'ecografia pelvica, transaddominale o transvaginale? L'ecografia degli organi pelvici è indicata in caso di dolore addominale o pelvico, o quando vi sia una sensazione di gonfiore addominale o di peso pelvico o perineale. E’ utile per capire la causa di molte irregolarità del ciclo, per valutare la risposta dell'utero e delle ovaie ad una terapia contraccettiva o ad un protocollo di “stimolazione della crescita follicolare multipla” in corso di "procreazione medicalmente-assistita"; questa indagine aiuta pure a scoprire la causa nelle anomalie della quantità del flusso mestruale (flussi mestruali molto scarsi o, al contrario, come più frequentemente succede, cicli mestruali molto abbondanti, addirittura emorragici, con conseguente malessere ed anemia), ed è fondamentale nella valutazione delle cisti ovariche (benigne e maligne) e delle neoformazioni solide uterine (es: fibroma, polipo, inspessimento endometriale, sospetta iperplasia endometriale...)...
È molto importante che la donna ricordi che anche se l'esame è eseguito per via vaginale (ponendo lo strumento nella vagina) esso non è per nulla idoneo alla valutazione della cervice (collo dell'utero) e della vagina; infatti per la valutazione di tali altri distretti anatomici si effettua usualmente l'esame speculare, il Pap-test, la colposcopia e le biopsie relative alle strutture anatomiche da indagare. La “visita” viene effettuata dal medico specialista ginecologo con lo speculum, lo strumento conico plastico o metallico che, introdotto in vagina, ne divarica le pareti, rendendo visibile il collo dell'utero, in modo da consentire il prelievo di muco e cellule da utilizzare per allestire il pap-test (esame delle cellule della vagina e dell'utero) e pure di effettuare, se ritenuto utile, la colposcopia (esame che consente tramite uno strumento particolare, sofisticato ed altamente specialistico che si chiama "colposcopio" la "colposcopia" di osservare la superficie della vagina e della porzione del collo dell' utero che sporge verso la vagina). Inoltre, poiché con l'ecografia non si ottiene una visione diretta e completa degli organi, talvolta, non è possibile fornire risposte definitive su alcune malattie, per cui può rendersi necessario approfondire con altre indagini (ad esempio l'isteroscopia o la laparoscopia o la colposcopia stessa).
L'ecografia pelvica transvaginale tridimensionale è, attualmente, con buona probabilità la miglior tecnica disponibile nello studio della forma della cavità uterina, per la localizzazione di polipi o fibromi sia prima dell'intervento di chirurgia isteroscopica praticati per la loro rimozione, sia dopo l'intervento chirurgico per sincerarsi della riuscita ottimale dell'intervento e, soprattutto, per essere sicuri che non vi sia stata una recidiva.
L'esame, dalla paziente, si svolge con una normale ecografia pelvica transvaginale, con la differenza, però, è l'apparecchiatura tipo in uso deve essere dotato sia della sonda vaginale tridimensionale e del programma specifico per la ricostruzione tridimensionale e multiplanare della cavità uterina in particolare, oltrechè dei restanti organi pelvici in generale. L'esame è di durata variabile e, a meno che il ginecologo non dia particolari indicazioni, non richiede una preparazione particolare.
L'ecografia pelvica transvaginale tridimensionale o 3D è da considerarsi fondamentale per la diagnosi delle malformazioni uterine che coinvolgono la cavità endometriale (Utero didelfo, utero bicorne, utero setto, utero a sella, utero unicorne…), ed anche per il controllo della forma della cavità uterina dopo l'intervento chirurgico isteroscopico (chirurgia resettoscopica) volto alla correzione delle anomalie di forma della cavità uterina.