Noi tutti sappiamo che con il passare del tempo il nostro aspetto esteriore muta, cambia in modo inevitabile ed irreversibile. Questi cambiamenti noi siamo abituati a vederli soprattutto nel viso delle persone visto che il “viso” è la parte principale del nostro corpo che viene “vista”, e che rappresenta il nostro “biglietto da visita” con cui noi ci presentiamo e ci facciamo conoscere dai nostri interlocutori. Ma, ovviamente, il viso non è l’unico distretto corporeo a subire dei cambiamenti. Tutto il nostro corpo si trasforma! Con il tempo vi è un generale incremento di peso, cambia la taglia dei nostri vestiti, vi è una generale diminuzione della statura; “cambiamo” una parte del tessuto del nostro scheletro circa ogni cinque anni, cambiamo le lenti degli occhiali sostituendole con quelle “più forti”, più aggiornate, più rispondenti ai nostri bisogni; e numerosissimi altri esempi potrebbero essere ancora giunti al brevissimo elenco appena presentato. Valga per tutti gli altri esempi mancanti il fatto che quando scade la nostra carta di identità, noi siamo tenuti, per rinnovarla, a presentare una nostra fotografia aggiornata.
Tutti noi cerchiamo di capire e ci adoperiamo per “fermare il tempo” per cercare di “tornare a come eravamo 10 anni fa“, “quando ancora eravamo……”.
E dai ragionamenti, dalle dimostrazioni e dagli esempi appena fatti prendono origine tutti quei “trucchi” che l’umanità mette in atto da sempre per mascherare quelle caratteristiche che vengono viste come “imperfezioni” del viso e del corpo, o per “sembrare più belle (o più belli)” o per “sembrare più giovani”.
Tutto quanto sopra per rimanere “nella primavera della vita”, per rimanere nel circuito delle persone che piacciono al mondo, che piacciono alla gente, che si piacciono. Per nascondere, allontanare, scongiurare la vecchiaia, il decadimento, la diminuzione delle potenzialità e l’approssimarsi del momento in cui “usciremo dalla vita”.
Oltre al resto del nostro corpo, anche l’area genitale, a seguito di eventi importanti della vita, durante la gravidanza, a seguito di parti, con il passare del tempo, con gli anni, ed infine in menopausa, si trasforma e finisce col perdere turgore, elasticità, ed in certi casi anche sensibilità, dimostrandosi talora anche non più in grado di assecondarci.
Quindi, cosa possiamo fare per “tornare (un poco”) indietro nel tempo?
Possiamo pensare, come qualche volta è necessario fare con i computer, ogniqualvolta si presentano problemi seri, di “ripristinare” il Sistema Operativo, di “tornare ad un punto precedente”, “indietro nel tempo”.
Ed allora parliamo di “interventi di ripristino”:
Possiamo suddividere gli interventi per il “ripristino” dell’integrità anatomica, funzionale e del trofismo (nutrimento, benessere, salute) dell’apparato genitale in tre grandi categorie di “intervento“ a seconda della “storia” della donna e del tipo di “danno” che l’apparato genitale subito e del tipo di “risultato specifico” che la donna desidera ottenere:
- “Ripristino oggettivo, anatomico”: si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico studiato e realizzato per recuperare le disfunzioni o correggere le alterazioni maggiori che possono insorgere soprattutto a seguito di traumi importanti a carico dell’apparato riproduttivo.
Il trauma maggiore per l’apparato riproduttivo è sicuramente quello del parto.
Si tratta del gruppo di interventi della chirurgia ginecologica classica ed attuale, le cosiddette “plastiche vaginali”.
Si tratta di interventi veri e propri, a loro volta suddivisi fra “plastica anteriore”, che si utilizza per correggere il prolasso della vescica, e “plastica posteriore”, oppure detta anche “colpoperineoplastica”, per correggere i difetti della parete vaginale posteriore e del perineo.
Per l’effettuazione di tale intervento di solito si ricorre ad un anestesia spinale, oppure, nei casi di intervento meno invasivo, anche solamente ad una sedazione profonda .
- “Ripristino soggettivo”: si tratta di un intervento chirurgico ed anche “medico”, “più superficiale”, anche se non “meno impegnativo”, studiato ed effettuato con finalità anche estetiche oltre che funzionali. Tale azione combinata, parte chirurgica e parte medica, viene progettata per essere “migliorativa” della situazione presente, secondo i desideri ed i criteri indicati della paziente stessa, pur sempre con i limiti di realizzazione imposti dalla situazione anatomica presente.
Si sta parlando di interventi volti al ripristino dell’integrità delle piccole labbra, talora danneggiate durante il parto, di interventi per la riduzione delle dimensioni delle piccole labbra o per una modifica della loro forma; si parla di correzione del danno superficiale che può svilupparsi a seguito di un’ episiotomia (il taglio che viene effettuato per ampliare il canale del parto, nel momento dell’uscita della testa fetale), oppure per “ridurre l’ampiezza vaginale” nell’area perineale, qualora vi sia stata una sovradistensione di tale distretto propria seguito di un parto, specie se impegnativo.
Questi interventi possono essere eseguiti sia con la paziente in stato di sedazione che anche dopo un’ottima anestesia locale.
- “Terapia biorigenerativa”: si tratta di un intervento di “medicina rigenerativa” che allo scopo di stimolare i tessuti vulvari a “rigenerarsi”, facendo riprendere a tutta l’area interessata della terapia, il tono, il vigore e l’aspetto dei tessuti più trofici e più giovani. La vulva infatti, ossia l’insieme degli organi genitali esterni femminili, soprattutto tra i 40 e i 50 anni subisce e comincia a mostrare diversi cambiamenti dell’aspetto esteriore, a causa soprattutto della graduale e progressiva riduzione delle fibre elastiche e degli ormoni estrogeni che la donna produce dalla pubertà alla fine dell’età fertile.
Gli ormoni estrogeni sono i principali ormoni sessuali delle donne che, in concomitanza dell’arrivo della menopausa (ossia la scomparsa definitiva del ciclo mestruale che avviene a seguito dell’esaurimento dell’attività ovarica), diminuiscono sempre di più, fino a “scomparire”, comportando conseguenze irreversibili e sempre più evidenti che si ripercuotono anche sull’aspetto dei genitali esterni.
La vulva quindi può apparire meno elastica, e le mucose vaginali possono inoltre assottigliarsi e diventare più fragili. Ciò comporta in alcune situazioni anche dei disturbi costanti, come prurito alle parti intime, fastidiosi, continui ed anche fastidi, difficoltà e dolore durante ed a seguito dei rapporti.
Ma, vogliamo sottolinearlo, la carenza progressiva di ormoni estrogeni, accompagnata dalla diminuzione di fibre elastiche che ne consegue, benché si tratti di un fenomeno naturale (anche se per nulla vantaggioso per la salute della donna!), può creare lo spazio per lo sviluppo di disturbi insistenti come prurito e bruciore, di intensità tale da disturbare il sonno, da creare noia costante durante tutta la giornata, con netta diminuzione della qualità del riposo e della qualità di vita complessiva, disturbi a cui si aggiungono le conseguenti ed inevitabili lesioni da grattamento. Queste forme di distrofia possono anche condurre a patologie distrofiche vulvari come il “lichen”, che è una forma di patologia cronica che richiede trattamento medico costante e che, se non trattato adeguatamente, può anche evolvere in una lesione precancerosa od anche francamente tumorale.
Oltre a quanto sopra esposto, questo trattamento, come anche gli analoghi interventi che vengono svolti al viso, ha come obiettivo un miglioramento dell’aspetto della vulva, cercando di restituire pienezza e turgore alle piccole e alle grandi labbra. Inoltre, a volte è anche effettuata per correggere eventuali cicatrici presenti sui genitali dopo il parto, come quelle dovute all’episiotomia, l’incisione vulvo-vaginale che non di rado si fa per agevolare l’uscita del feto dal canale del parto.
Le sostanze che vengono utilizzate per questo tipo di terapia sono dei biostimolanti ed anche acido ialuronico, di tipo studiato appositamente per avere una densità adatta ai genitali.
Per ragioni di pudore, vergogna, per timore di non trovare una soluzione praticabile ai propri problemi, o per timore di venir giudicate come persone futili e non in grado di adattarsi alle modificazioni del corpo che il passare del tempo impone, fino ad oggi tutta una serie di patologie facenti parte dell’aria genitale della sfera sessuale sono sempre state panciute, represse, messi in secondo piano od addirittura negate.
Oggigiorno, invece, grazie ad un’evoluzione dei costumi, della vita media, del pensiero, delle sensibilità e grazie pure ad un miglioramento della salute che ci permette i livelli di efficienza e di ambizione personale del tutto impensabili solo qualche decennio fa, anche la mentalità relativamente a certi aspetti della salute è definitivamente cambiata, aprendo nuovi spazi al desiderio di salute delle parti intime, della sfera genitale, sessuale e “relazionale”.
Oggigiorno, infatti, ogni donna che avverte un qualsiasi senso di “discomfort” relativamente alla propria sfera intima può cercare il proprio percorso migliorativo per tornare ad avere soddisfazione di sé anche in un ambito a cui fino ad oggi non è stata riconosciuta la giusta dignità di essere affrontato in modo aperto e professionale, così come per tutte le altre parti del nostro corpo e per tutte le altre patologie comunemente trattate.